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Roma - Vittoriano. Salire sulla Terrazza Italia consente di ammirare da una posizione privilegiata tutta La Grande Bellezza. L'esperienza inoltre diventa ancora più affascinante quando si realizza che al di là del colpo d'occhio c'è la possibilità di ripercorrere la storia più nobile dell'Occidente: quella che ci predispone alle relazioni con gli altri, non importa quanto diversi da noi.

Con questo libro cooperativo, che abbiamo intitolato COSMOPOLITA, abbiamo ripercorso tale passato non certo con occhi nostalgici, ma con l'obiettivo di attingere da esso quei valori da rilanciare nel tempo a venire, in particolare, da qui al 2050. E' così che, insieme alle migliori menti nelle varie tematiche coinvolte, daremo forma ad una visione che costruisce ponti e abbatte muri. Una nuova civiltà inclusiva che noi chiamiamo Post-Scarcity Ci/Seavilization!

Una volta raggiunta la terrazza, come detto, ci si ritrova ritrova avvolti dalla Città Eterna. Lo stupore che si prova è in qualche modo paragonabile all'emozione di indossare un bellissimo abito senza tempo. Anche in questo caso infatti, l'esperienza si arricchisce con la storia dello stilista che lo ha creato. Ancor di più se la firma è quella di Jamal Taslaq che, partendo da Nablus in palestina, passando per l'Italia e il Made in Italy, attraversando Oriente e Occidente, arriva nella sede delle Nazioni Unite a New York per una sfilata senza precedenti nella storia della moda.

Ecco che questa vista mozzafiato, così densa di significato, offre un'immagine perfetta per rappresentare lo stile cosmopolita della Maison. Un approccio alla bellezza basato principalmente su tre elementi: ricami palestinesi, aggiunti dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità; colori mediterranei, tendenzialmente più delicati mentre si risale la penisola Italiana e più vivaci dirigendosi verso la terra santa; Made in Italy, caratterizzato da un design illuminato, frutto di un passato glorioso e amato in tutto il mondo.

Dopo la caduta dell'Impero Romano, l'Italia visse un lungo periodo di divisione territoriale. Solo molti secoli più tardi si crearono le condizioni per arrivare, tra il 1815 e il 1861, a una rinnovata unità.

Questo periodo storico fu definito Risorgimento e un monumento, più di altri, ce lo ricorda. La visita al Vittoriano - questo è il nome che gli diedero per sottolineare il ruolo di primo piano giocato da Re Vittorio Emanuele II nell'unificazione - dà accesso alla Terrazza Italia e permette di godere di una vista mozzafiato. Tuttavia, pochi realizzano che non è solo una questione di colpo d'occhio; ci si ritrova immersi in una dimensione che esprime la storia più nobile dell'Occidente: quella che si distingue per la sua capacità di entrare in relazione anche con chi è diverso da noi.

Elementi di Roma Antica, del Medioevo, del Rinascimento, dell'Illuminismo e della Modernità, uniti a contaminazioni dalla Grecia e dalla Terra Santa, contribuiscono a definire una preziosa e virtuosa cultura contemporanea.

 

Dalla terrazza gli occhi sono immediatamente attratti dalle rovine di Roma Antica che, dopo essere stata una monarchia e prima di diventare un impero, fu una repubblica che sperimentò un'interessante distribuzione e bilanciamento dei poteri.

La sua inarrestabile espansione coinvolse anche la Grecia ma, come scrisse Orazio, fu la cultura greca a conquistare i Romani. Nacque la civiltà classica e, generazione dopo generazione, è arrivata fino a noi.

Qualcosa di simile si verificò con la Terra Santa: le vie commerciali dell'impero furono i corridoi attraverso i quali si insediarono nuove comunità religiose e Roma è diventata oggi la capitale della cristianità e di uno stato laico aperto a tutte le altre confessioni.

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Dalla stessa terrazza si può esplorare Piazza Venezia. Il nome deriva da uno dei palazzi che ne definisce il perimetro e che fu donato alla famosa repubblica marinara.

La penisola Italiana dopo il 476 DC entrò nel cosiddetto Medioevo e, senza l'argine offerto dall'impero romano, divenne terreno di conquiste. Tuttavia, la scarsa profondità della laguna veneta non permise alle navi da guerra di raggiungere e attaccare Venezia. È così che la Serenissima ebbe l'opportunità di diventare grande e degna di essere ben rappresentata a Roma. Fin dalla fondazione nel 1417, con Pietro Barbo (divenuto poi papa Paolo II), c'erano evidenti elementi di connessione tra palazzo Venezia e l'omonima repubblica. A suggellarli definitivamente ci pensò Papa Pio IV quando nel 1564 lo donò in buona parte ai veneziani, che lo trasformarono nella loro ambasciata.

Ecco che la Piazza ne ereditò il nome e oggi è il simbolo di un millennio da rivalutare. Troppo spesso infatti, a dispetto della magnificenza di Venezia e non solo, il Medioevo è ricordato soltanto per indicare un tempo "buio" che separa il passato glorioso della Città Eterna dalla scoperta dell'America e dall'ingresso nel Rinascimento.

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La Terrazza infine, ti proietta sul Tridente Mediceo, che prende il nome dalla famiglia più illustre della storia di Firenze. I fiorentini furono tra i primi ad applicare le migliori pratiche bancarie e investirono buona parte degli ingenti capitali ricavati per radunare una straordinaria comunità di artisti.

Con la riscoperta della tradizione greco-romana e l'invenzione della stampa l'Uomo venne posto al centro dell'Universo. Il sapere fu maggiormente condiviso e in un contesto culturale più evoluto - "COGITO ERGO SUM", diceva Cartesio - Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Copernico, Galileo e altri, poterono esprimersi al meglio.

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Roma non fece eccezione e l'architettura rinascimentale attorno al Tridente, inizialmente destinata a Papi, Re e Nobili, dopo la Seconda Guerra Mondiale, cominciò ad ospitare le Istituzioni Repubblicane e si popolò con la filosofia coltivata in Francia nel corso dell'Illuminismo.

Dall'alto della Terrazza lo sguardo procede perpendicolarmente a Via del Corso e qui, nella nostra mente, lo Stato di Diritto prende forma con la separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu e implementata in USA dai tempi di Thomas Jefferson.

Dal Quirinale "arbitro" al Vaticano "influencer", si stabilisce un equilibrio laico tra Governo, Parlamento e Magistratura. I pesi e contrappesi sanciti dalla Costituzione, rendono i cittadini liberi di esprimersi e parte di una Comunità Italiana e Cosmopolita.

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Oggi Roma è allo stesso tempo:

  1. Capitale della Cristianità e di uno Stato laico che, insieme alle altre nazioni che compongono l'Unione Europea, tenta un'integrazione pacifica e senza precedenti nella storia;
  2. Fonte di ispirazione - vedi le "Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza" (1734) - e uno dei luoghi di applicazione della filosofia e delle teorie di Montesquieu.

Ecco che ripercorrendo il lungo e glorioso passato di Roma, si possono rintracciare valori laici, democratici e relazionali molto utili in questa fase di rinnovate e inquietanti tensioni globali.

Tali principi, infatti, generano un potenziale inclusivo che favorisce la nascita di comunità e il dialogo interculturale. Sono riferimenti che potrebbero certamente emergere anche altrove, ma solo la Città Eterna li presenta in modo così sorprendente e ricco di evidenze storiche.

Sebbene possa non apparire Contemporanea nel suo aspetto, Roma è una città eternamente Moderna. Questo risiede nella sua capacità di evolvere e rimanere rilevante attraverso i secoli.

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Come detto, Roma non ha bisogno di apparire Contemporanea per esprimere la sua Modernità. Tuttavia, questo non significa che non ci si possa imbattere in straordinarie eccezioni di recente costruzione come, per esempio, il MAXXI di Zaha Hadid - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, e il Centro Congressi dell'EUR, conosciuto come La Nuvola di Fuksas.

Da buona Capitale, queste eccezionali punte di contemporaneità sono un'introduzione a quello che viene sistematicamente coltivato a Milano, città particolarmente votata alla sperimentazione e a cui Roma è collegata con mezzi di trasporto ad alta velocità e qualità.

È così che, mentre La città Eterna è spesso identificata - con la sua eredità storica e con il contributo non trascurabile di Firenze, Venezia e Napoli - come Culla della Civiltà Occidentale, Milano è vista come il Fulcro della Contemporaneità Italiana, in particolare nel mondo della moda, del design, dell'architettura e della tecnologia.

Roma e Milano: due capitali complementari che esprimono il meglio della Modernità in modo diverso. Insieme, simboleggiano la ricchezza e la diversità dell'Italia, un paese in grado di celebrare la sua straordinaria eredità storica e culturale pur rimanendo fermamente ancorato al presente e rivolto al tempo a venire.

Un quadro che va a completarsi con il Made in Italy. Un marchio rappresentativo dell'intera Penisola Italiana. Un simbolo inconfondibile di qualità, eleganza e creatività attraverso il quale il Bel Paese continua a esercitare un'influenza significativa a livello mondiale.

Approfondimenti:

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In questo contesto senza eguali si innesta la maison italo-palestinese che coniuga genio artistico e ingegno tecnologico per esprimere, da Roma e Milano, un'idea di stile cosmopolita che abbatte muri e costruisce ponti.

Una cultura delle relazioni e un approccio alla bellezza che discendono direttamente dalla storia del suo fondatore: partendo dai ricami palestinesi (patrimonio UNESCO) e dai colori mediterranei, passando per il design italiano e il Made In Italy, attraversando Oriente e Occidente, Jamal approda nella sede delle Nazioni Unite a New York per una sfilata senza precedenti nella storia della moda.

Il 12 febbraio 2023, dopo 25 anni in Italia, lo stilista sfila con la sua Collezione ETERNAL, dedicata non a caso a Roma, nella Galleria del Cardinale Colonna - famosa per aver tenuto a battesimo l'Imperatrice d'Austria Maria Anna di Savoia - e lancia la nuova Maison con la techcompany di Milano WorldcApp - now Creativity also has its World Cup!

Abiti statuari, bianco e nero a dominare la scena e sfumature di verde e rosso per arricchirla; tessuti pregiati, ricami con linee geometriche lavorate con il filo di seta, specchi e cristalli; intarsi in pelle, contrasti che creano armonia tra i colori, forme che rievocano l'impero romano e relative contaminazioni osservate fin da bambino in medio oriente, si fondono per permettere alle grandi professioniste in passerella di trionfare.

Il saluto inviato dalla cantante Israeliana NOA sottolinea il valore inclusivo e simbolico dell'evento. La relazione di Sergio Strozzi, Console Generale a San Francisco, in collegamento dalla Silicon Valley, illustra ai tanti ospiti e autorità presenti il valore tecnologico e innovativo dell'iniziativa.

Alla luce di questo percorso straordinario e, in particolare, dopo la sfilata alle Nazioni Unite, la missione della maison non è più solo quella di produrre bellezza ma di coniugarla con una visione inclusiva e dialogante.

I corsi e ricorsi della storia si sono talvolta orientati in modo da favorire significative Evoluzioni Culturali e Rivoluzioni Industriali.

Abbiamo già fatto riferimento alle prime con il Rinascimento e l'Illuminismo. Concentriamoci quindi sulle seconde.

Gli storici convengono che ce ne siano state almeno due, caratterizzate da un modo di comunicare (es. con l'ausilio del telefono), un sistema di alimentazione della produzione (es. elettrico) e una tecnologia per garantire il trasporto (es. motori a combustione).

Da questi sviluppi culturali e industriali potremmo ricavare due fasi storiche:

  1. Una prima, in corso, caratterizzata da processi sempre meno assistiti dall'uomo;
  2. Una seconda, all'orizzonte, caratterizzata da processi totalmente indipendenti dall'uomo.

Il passaggio dalla prima alla seconda potrebbe essere drammatico. Gran parte della forza lavoro al momento è infatti distribuita lungo la Catena del Valore. Raccogliere materie prime dai fornitori, produrre beni nelle fabbriche e consegnarli al cliente, con tutti i servizi a contorno, sarà un po' come una corsa in un taxi elettrico e senza conducente, già in circolazione a San Francisco.

Più in generale Internet evolverà e integrerà dati che arrivano dalle persone mentre svolgono le loro attività, dalle cose attraverso i sensori, dalle varie fonti di energia attraverso smart grid.

I confini tra mondo fisico, digitale e biologico diventeranno sempre più sottili. Intelligenza artificiale e robotica erediteranno dall'uomo l'onere della gestione di questa nuova dimensione.

La creatività umana, sebbene assistita dalle macchine, continuerà a trovare spazio solo nei progetti particolarmente innovativi, finalizzati a ricavare una teoria, una scoperta scientifica, un prototipo o un nuovo processo da affidare poi integralmente all'intelligenza artificiale.

La domanda nasce quindi spontanea: potremo costruire un Mondo Inclusivo di fronte a stravolgimenti di questa portata, attorno ai quali graviteranno problematiche attuali come l'inquinamento, le tensioni internazionali, l'immigrazione, le disuguaglianze e tanto altro?

Forse sì! Con una Nuova Evoluzione Culturale e una Terza Rivoluzione Industriale che, insieme, diano vita a quella che noi chiamiamo Post-Scarcity Ci/Seavilization.

Una nuova civiltà costruita sui 10 pilastri che seguono:

Le informazioni, in generale, dovrebbero essere veicolate con l'ausilio di "specchi" capaci di rifletterle perfettamente. Troppo spesso invece rimbalzano su "prismi" che generano varie distorsioni prima di raggiungere i destinatari (Chris Bail nel suo libro "Breaking the Social Media Prism").

Questo fenomeno, oltre che dipendere in alcuni casi dalla mancanza di imparzialità o di onestà intellettuale dei media tradizionali, è imputabile per lo più ad algoritmi che premiano le proteste e penalizzano proposte nella diffusione dei contenuti. I social network più popolari tendono, infatti, a sondare la reazione di un campione rappresentativo di individui per calcolare la potenza di fuoco da scatenare nella propagazione di un post.

Non è complicato intuire che tale approccio incentiva la condivisione di contenuti polarizzanti, favorisce estremisti senza scrupoli e penalizza i più moderati e ragionevoli. Ecco che Le piattaforme social diventano dei veri e propri "impostori" con cui fare i conti tutti i giorni se non si vuole rischiare di essere complici - con approvazioni e condivisioni - di un moto anti-sistema qualsiasi sia il sistema!

Una volta fatto il danno e veicolato il messaggio è molto difficile rimediare. L'eventuale smentita non ha lo stesso appeal delle fake news e non ha mai la stessa popolarità.

Un'esperienza significativa l'abbiamo vissuta proprio con la nostra iniziativa editoriale VENUS Gallery, collegata al progetto Jamal Taslaq.

La missione di VENUS GALLERY è quella di radunare creativi di tutti i tipi e dimensioni al fine di collaborare con loro all'interno della piattaforma WorldcApp (che descriveremo nell'apposita sezione che segue, relativa alla privacy collettiva) now CREATIVITY also has its World Cup!

Occupandoci di fashion ci è sembrato naturale cominciare questo percorso da una community di fotografi e modelle.

Gli algoritmi descritti sopra, come detto, misurano le reazioni dei primi utenti che visualizzano il contenuto e poi ne calcolano la priorità da attribuirgli nella diffusione. Nel nostro caso si tratta quasi sempre di un'immagine in cui una modella è la protagonista dello scatto.

Inevitabilmente, l'approccio descritto tende a premiare le pose più sensuali ed ammiccanti; conseguentemente, la tecnica fotografica e il valore artistico delle proposte vengono fortemente penalizzati.

I moderatori di VENUS Gallery fanno quotidianamente grandi sforzi per porre rimedio alle distorsioni che i "prismi" di Facebook o Instagram riflettono.

Non ci si può aspettare che le soluzioni siano individuate in autonomia dalle piattaforme. Per loro quegli algoritmi sono le ancore che ci tengono fermi nei loro porti; sono la scusa per "sequestrarci" e inocularci pubblicità; in pratica la loro miniera d'oro!

In attesa di soluzioni, essere consapevoli del funzionamento di questa macchina aiuta a non cadere nel tranello e diventare un ingranaggio di un sistema perverso.

I media tradizionali dovrebbero fare riferimento a quello che potremmo definire il modello del media inglese BBC. Il social networking deve trovare nell'intelligenza artificiale un alleato delle democrazie liberali per distinguere proposte da proteste e premiare le prime il più possibile.

La rivelazione che la società di analisi Cambridge Analytica aveva utilizzato i dati di milioni di utenti Facebook per influenzare elezioni significative come quelle presidenziali USA del 2016, ha scatenato una crisi globale sulla privacy collettiva. Gli elettori furono influenzati con pubblicità politica estremamente personalizzata, sollevando interrogativi urgenti sull'etica nella raccolta e nell'uso dei dati personali.

Da allora Facebook è stata al centro di intense critiche per il suo ruolo nella diffusione della disinformazione. I suoi algoritmi AI-based, progettati per massimizzare l'engagement, hanno finito per amplificare notizie false e contenuti polarizzanti, influenzando l'opinione pubblica in modi potenzialmente dannosi e sollevando dubbi sulla responsabilità delle piattaforme di social media nel moderare i contenuti.

Non solo. Il loro fatturato aumenta con la fugacità. A loro non interessa poi tanto se non clicchiamo sulle pubblicità. È sufficiente una semplice esitazione davanti ad essa. Poi ci lasciano continuare ad esplorare il feed, tanto possono contare su una sistematica violazione della nostra privacy al di fuori della piattaforma, attraverso i cosiddetti cookies di terze parti.

I cookies, inventati da Lou Montulli nel 1994, sono stati una rivoluzione capace di permettere ai siti web di ricordare informazioni sugli utenti, facilitando funzioni come i carrelli della spesa e la personalizzazione dei contenuti. Tuttavia, questo strumento essenziale ha aperto le porte a questioni di privacy, trasformando il marketing digitale. Le aziende possono tracciare gli utenti attraverso diversi siti per inviare pubblicità mirate e questa pratica ha migliorato l'efficacia del marketing, ma ha anche portato a richiedere maggiore trasparenza e controlli più rigorosi.

La crescente sensibilizzazione sulla privacy e l'implementazione di normative più severe stanno spingendo i giganti del web (e non solo) a cercare alternative per bilanciare efficacemente personalizzazione e privacy. Tra queste possiamo citare il CoMarketing di WorldcApp - now Creativity also has its World Cup! Cooperazione tra marchi complementari, collaborazione con media che condividono lo stesso pubblico e competizione fra creativi di tutti i tipi, convergono in una sola piattaforma per permeetere alle aziende B2C di costruirsi una grande community.

Questi temi riflettono le complessità e le sfide dell'interazione tra tecnologia, privacy e verità nell'era digitale. Essi invitano a una riflessione continua sul ruolo che le tecnologie digitali giocano nelle nostre società e sulle modalità con cui queste possono essere governate responsabilmente.

Cleopatra e Giulio Cesare sono stati due grandi leader del passato e, come tali, avevano il loro stile. La figura di Cesare, protagonista della transizione di Roma da repubblica a impero, è particolarmente attuale in questa fase storica. Ci sono tanti aspiranti Giulio Cesare nel mondo democratico. Il desiderio di imitarne le gesta per trascinare il loro popolo in una capocrazia senza ritorno è forte, anche quando questo porterebbe a ridimensionare l'influenza che la loro nazione esercita nel mondo. Come questi politici - a giudicare dalle parole di Emilio Iodice, diplomatico, consigliere di più presidenti degli Stati Uniti d'America e autore del libro "Ritratti di Leadership, da Cesare ai Tempi Moderni" - anche il grande condottiero Romano non spiccò per lungimiranza. Impareggiabile per coraggio e decisionismo, non vi è traccia di una sua visione di lungo periodo per Roma.

Per quanto riguarda Cleopatra invece, sono le parole di Plutarco a renderla attuale: "la sua beltà non era di quel tipo incomparabile che afferra istantaneamente gli altri. Ma il suo fascino era irresistibile, e all'attrattiva della persona e della parola si aggiungeva una forza di carattere che ne pervadeva il discorso e il gesto, e che lasciava ammaliati coloro che le stavano vicino. Era una delizia sentire il suono della sua voce". Come una donna leader contemporanea anche la regina d'Egitto deve fare i conti con un giudizio che prima parte dall'aspetto fisico e che solo poi fa emergere le doti di straordinaria stratega. Una descrizione paragonabile a quella di tanti giornalisti contemporanei che portano Michelle Obama a raccontare una storia particolare dopo aver lasciato la Casa Bianca: "ogni anno, come da tradizione - racconta in un'intervista l'ex first lady - abbiamo organizzato una cena in onore di un capo di stato o di governo straniero. Io ero costantemente sotto i riflettori per il mio outfit. Mio marito, il presidente degli Stati Uniti, ha indossato per 8 anni lo stesso smoking e nessuno l'ha notato!"

Parliamo di leadership, ma non solo quella esercitata da personaggi particolarmente noti o storici. Per costruire un nuovo mondo inclusivo abbiamo bisogno di tanti esempi virtuosi. Uno di questi, particolarmente toccante, riguarda la madre e il padre di Valeria Solesin, vittima del terrorismo a Parigi. Luciana e Alberto, il giorno del funerale, invece di lasciarsi trascinare dal risentimento, dissero: "Ringraziamo i rappresentanti delle religioni, cristiana, ebraica e musulmana, presenza compiuta in questa piazza e simbolo del cammino degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione".

Mentre le relazioni tra America e Cina attraversano alti e bassi e scoppiano guerre in cui si confrontano culture molto diverse tra loro, teorie che tendono a dare per probabile l'emersione di forme di autarchia governate da uomini soli al comando, si moltiplicano. Si ricercano confronti con il passato e ci si domanda, per esempio, se l'occidente farà la fine dell'impero romano.

È il caso dell'Economist, con l'articolo che segue: "Rome fell. Will the modern-day West follow suit?" Debiti publici sempre più difficili da sostenere, produttività calante, declino demografico, immigrazione di massa ecc., sembrano inesorabilmente indicare la strada ma si indicano ragioni per credere che il destino non sia già scritto: Yet the analogy with Rome's decline and fall is ultimately unconvincing. The rest of the world is certainly catching up with the West, both economically and demographically. China's economy may soon be bigger than America's. Europe accounted for a quarter of the global population in 1914, but has less than a tenth today. Immigration, especially from Africa and Latin America, is politically testing. Populism is on the march.

All the same, on a global scale it is hard to envisage a serious military rival to the clout of the United States and its European allies. Russia is revanchist in Ukraine, but it is also in long-term decline. China is brittle and its growth is slowing sharply. India is politically rancorous. The West's grip on the best technology and research is firm. And though Europe's economic prospects may be cloudy, American productivity leaves most competitors in the dust. Declinists like to cite George Bernard Shaw, whose dictum on the transience of great powers jokily invoked an English village: "Rome fell. Babylon fell. Hindhead's turn will come." It is tempting to think that way. But for now, at least, it is not obvious when, if ever, the West will follow suit."

Ecco che il Rubicone - il fiume il cui attraversamento da parte di Giulio Cesare indicò un punto di non ritorno nel passaggio di Roma da repubblica a impero - torna attuale per separare virtualmente coloro che cedono alle lusinghe dei populismi e sovranismi, da quelli che resistono e si tengono cari il bilanciamento e la distribuzione dei poteri.

Una volta che i nuovi assetti si stabilizzeranno si dovrà ricercare, come lo definisce Henry Kissinger, un nuovo ordine globale senza che ci sia una parte che può imporre le regole alle altre.

"There is no world order today - spiega l'ex segretario di stato in occasione della presentazione del suo libro alla Free Library of Philadelphia - and what induced me to write the book is this: I was having dinner with a friend professor at Yale and I was discussing various ideas I had for writing a book. He said you've written a lot of history, why don't you write something about what concerns you most at the moment?.

What concerns me most at the moment it's the absence of world order; the fact that for the first time in history different regions of the world are interacting with each other. In the Classical period the Roman Empire and the Chinese Empire acted without any reference to what the other were doing. So, the reality of the present period is that different societies with different histories are now parts of a global system but they don't have an agreed concept of world order. So, I began the book with the Westphalian peace for 2 reasons:

  1. That it's the only formal system of world order that has been devised;
  2. It was the dominant system in Europe.

There was a unique aspect to the European experience: in every other part of the world whatever order existed was part of an empire. In China the idea that states balance each other didn't exist and in the Islamic world it didn't exist. Europe is the only society where the sovereignty of states and the balance of their actions with each other was believed to produce international order and international law. That's why it started with that and then attempted to apply it to many contemporary circumstances. But this is not a cookbook where you can read to say what the international order will be. It is an attempt to tell you this it's what we are up against. This is the challenge we have and here are some ways of looking at it but it does not say that I know what the end result of all these conflicts and these ambiguities will be."

la scarsità non è solamente una limitazione, ma è anche una potente forza motrice per l'efficienza. Il principio di scarsità sostiene che le risorse limitate costringono individui e società a fare scelte ponderate, ottimizzando l'uso delle risorse disponibili per massimizzare il ritorno. Questo processo di decisione razionale alimenta l'innovazione e la produttività, spingendo tecnologie, mercati e persone a trovare soluzioni creative e sostenibili.

Le tecnologie esponenziali hanno il potenziale di spingere l'economia oltre i limiti imposti dalla scarsità, mantenendo o addirittura aumentando l'efficienza. Si caratterizzano per un crescendo di sofisticatezza, accessibilità e convenienza che supera la crescita lineare.

Ecco alcuni esempi:

  • Intelligenza Artificiale (AI): Tecnologie che simulano l'intelligenza umana, migliorando autonomamente attraverso l'apprendimento e l'adattamento.
  • Robotica Avanzata: Robot sempre più sofisticati capaci di svolgere compiti complessi e collaborare con gli umani in ambienti lavorativi e domestici.
  • Blockchain: Una tecnologia di registro distribuito che promette di rivoluzionare la sicurezza e la trasparenza nelle transazioni digitali.
  • Internet delle Cose (IoT): Dispositivi connessi che comunicano tra loro per migliorare l'efficienza e la funzionalità di sistemi complessi.
  • Stampa 3D: Produzione additiva che permette la creazione di oggetti complessi strato per strato, potenzialmente rivoluzionando la manifattura.

Approfondimenti:

Exponential Technologies  

L'Universal Basic Income (UBI) è un reddito di base universale che prevede la distribuzione di una somma di denaro periodica a tutti i cittadini di uno Stato, indipendentemente dal loro reddito, ricchezza o situazione lavorativa. L'idea di base è fornire una rete di sicurezza finanziaria che possa ridurre la povertà e offrire a tutti la libertà di scegliere come lavorare e vivere. Oggi è un tema che divide sostenitori e critici. Domani sarà una necessità e opportunità allo stesso tempo.

Immaginiamo un mondo futuro dove la scarsità è superata grazie alle avanzate tecnologie esponenziali. In questo contesto, l'Universal Basic Income (UBI) assume un ruolo fondamentale non tanto per garantire la sopravvivenza, quanto per promuovere l'autorealizzazione individuale e collettiva.

In un mondo privo di scarsità, l'UBI non serve più per coprire le necessità di base, dato che l'accesso ai beni essenziali è universalmente garantito dalle tecnologie che rendono abbondanti cibo, energia e altri servizi. Qui, l'UBI si trasforma in uno strumento per sostenere la creatività e l'innovazione personali. Gli individui sono liberi di dedicarsi ad attività che trovano più gratificanti e costruttive, sia per sé stessi che per la società, senza la pressione economica di dover "guadagnarsi da vivere".

Questo modello economico sostenuto dall'UBI può incoraggiare l'arte, l'educazione continua, il volontariato e l'imprenditorialità, rafforzando così un tessuto sociale più coeso e innovativo. Gli individui possono sperimentare e rischiare di più in ambiti che potrebbero non essere immediatamente redditizi ma che potrebbero portare a scoperte significative o miglioramenti culturali.

Con l'UBI in un mondo senza scarsità, si potrebbe anche assistere a una ridistribuzione più equa della ricchezza e delle opportunità, combattendo le disuguaglianze storiche e promuovendo una maggiore giustizia sociale. Il concetto di lavoro potrebbe essere completamente reimmaginato, valorizzando tutte le forme di contributo sociale oltre quelle tradizionalmente considerate "lavoro".

In conclusione, mentre oggi l'UBI è spesso visto come una soluzione a problemi economici e sociali urgenti, in un futuro senza scarsità, esso potrebbe servire a elevare l'esistenza umana a nuovi livelli di libertà, creatività e partecipazione attiva nella vita civica, trasformando radicalmente il tessuto stesso delle nostre società.

In un mondo alimentato dalle tecnologie più avanzate, che si spinge gradualmente verso l'abbondanza, la questione delle libertà individuali e dei diritti civili diventano inevitabilmente centrali. Le priorità degli elettori nei sistemi democratici si spostano dai bisogni materiali verso obiettivi più elevati di sviluppo umano e sociale. La promozione del benessere collettivo diventa l'obiettivo primario della politica.

In un mondo altamente digitalizzato, la libertà di espressione potrebbe essere minacciata da forme sofisticate di censura e controllo delle informazioni. La priorità per i legislatori sarebbe quindi garantire che le tecnologie non vengano utilizzate per sopprimere discorsi critici ma piuttosto per facilitare un dibattito pubblico aperto e pluralistico. Questo include la lotta contro le "echo chambers" digitali che amplificano le divisioni sociali.

Le libertà individuali sarebbero interpretate non solo nel contesto della protezione da interferenze, ma anche nell'abilitazione degli individui a vivere vite piene e significative. Questo significa supportare diritti che permettano alle persone di sfruttare appieno le opportunità offerte da un'abbondanza di risorse, come l'educazione continua, l'accesso alla cultura e la partecipazione politica attiva.

Queste priorità richiederebbero una vigilanza costante e un impegno attivo sia da parte dei cittadini che dei loro rappresentanti, per assicurare che le tecnologie esponenziali vengano guidate da principi etici e utilizzate per promuovere un'evoluzione positiva della società. Nel votare, gli elettori dovrebbero quindi cercare leader capaci non solo di navigare queste complesse questioni ma anche di prevedere e mitigare i potenziali rischi futuri, garantendo che il progresso tecnologico avanzi di pari passo con il progresso sociale ed etico.

Nel mondo del futuro, la sostenibilità ambientale sarebbe una priorità primaria. I rappresentanti eletti sarebbero valutati sulla base della loro capacità di promuovere pratiche ecologicamente sostenibili e di gestire le risorse naturali con saggezza. Questo implicherebbe non solo la conservazione degli ecosistemi e la biodiversità, ma anche l'adozione di tecnologie pulite che minimizzino l'impatto ambientale delle attività umane. Politiche volte a neutralizzare l'impronta carbonica delle industrie e delle vite quotidiane diventerebbero fondamentali.

Con la scarsità superata, l'attenzione si sposterebbe verso l'educazione e l'innovazione come motori di progresso continuo. L'educazione non sarebbe più vista solo come un percorso per un impiego, ma come un mezzo per arricchire la comprensione e la curiosità umana. L'investimento in ricerca e sviluppo sarebbe cruciale per mantenere il ritmo dell'innovazione tecnologica e per affrontare nuove sfide emergenti. I leader sarebbero scelti in base alla loro capacità di supportare politiche che promuovono la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuove tecnologie.

Con l'incremento della tecnologia, anche la capacità di sorveglianza potrebbe aumentare. Di conseguenza i rappresentanti eletti dovrebbero bilanciare efficacemente la sicurezza con il rispetto per la privacy e le libertà civili, navigando le complessità introdotte dall'avanzamento tecnologico e dalle sue implicazioni etiche.

Un mondo senza scarsità richiederebbe una nuova forma di governance globale per gestire risorse e tecnologie che trascendono i confini nazionali. Gli elettori cercherebbero leader capaci di operare su una scena mondiale, promuovendo la cooperazione internazionale per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la regolamentazione dell'intelligenza artificiale e la gestione delle migrazioni umane.

In un mondo dove il lavoro tradizionale non è più una necessità per la sopravvivenza economica, i sistemi politici dovrebbero innovare nel campo del mercato del lavoro. Gli elettori si aspetterebbero politiche che facilitino un ambiente lavorativo flessibile, incentrato sul benessere umano e sull'autorealizzazione piuttosto che sulla mera produzione economica.

Queste priorità richiederebbero una vigilanza costante e un impegno attivo sia da parte dei cittadini che dei loro rappresentanti, per assicurare che le tecnologie esponenziali vengano guidate da principi etici e utilizzate per promuovere un'evoluzione positiva della società. Nel votare, gli elettori dovrebbero quindi cercare leader capaci non solo di navigare queste complesse questioni ma anche di prevedere e mitigare i potenziali rischi futuri, garantendo che il progresso tecnologico avanzi di pari passo con il progresso sociale ed etico.

Puntare alla bellezza nei propri progetti richiede studio, applicazione e sperimentazione. Allo stesso modo, essere "utenti del bello" necessita di un processo di formazione e comprensione che si affina solo con l'esercizio e l'esperienza. Tuttavia lo sforzo richiesto non è fine a se stesso: è una tensione che ci dota di una dimensione spirituale più alta e probabilmente capace di "salvare il mondo" come scriveva Fëdor Dostoevskij.

In un mondo che si spinge gradualmente oltre la scrsità, c'è più tempo libero e quanto sopra espresso diventa sempre più vero. Le buone idee proliferano in menti creative, rese tali da un'intensa e variegata attvità culturale.

Pensate per un attimo al gioco dei Lego. Se avessimo tanti mattoncini ma di una sola forma, dimensione e colore, potremmo certamente costruire qualcosa di enorme; tuttavia la nostra capacità di espressione sarebbe costretta in una camicia di forza. Disponendo invece di tasselli assai variegati, le idee si scontrerebbero con un unico limite realizzativo: la nostra creatività. Questa, infatti, non è altro che la capacità di acquisire, collegare e combinare elementi (mattoncini) di natura e forma diversa.

Immaginate ora di sostituire il gioco dei Lego con la cultura, ed i suoi mattoncini con attività ed esperienze di carattere culturale. Anche in questo caso, la qualità delle idee sarebbe in stretta relazione con la nostra creatività e quindi, con la varietà delle attività ed esperienze rispettivamente svolte e vissute.

La cultura non è una forma di intrattenimento per pochi; non è un territorio dominato da un'élite; non è un vestito che indossiamo per mostrare al mondo quanto siamo smart; non è un diploma o un certificato grazie al quale le persone possano intuire quanti e quali musei abbiamo visitato o quanti e quali libri abbiamo letto; e soprattutto, non è un piedistallo dal quale snobbare gli altri. Troppo spesso assistiamo a questo uso improprio.

La cultura è quell'insieme di espressioni di eccellenza dell'intelletto umano, considerate collettivamente e poste tutte sullo stesso piano. Vale a dire che non hanno più ragione di esistere distinzioni tra serie A e B. Le scelte culturali devono essere pilotate esclusivamente dalla nostra curiosità interdisciplinare e non da retrograde classificazioni e contrapposizioni tra (come dicono gli anglosassoni) highbrow e lowbrow culture.

La buona notizia è che questo processo di democratizzazione della cultura è già in corso, come chiaramente dimostrato da alcune personalità visionarie come quelle che seguono:

Una giornalista e conduttrice televisiva londinese - Pandora Sykes - ha scritto un articolo interessante riguardo al fenomeno del calendario Pirelli: "liquidarlo come una raccolta di pin-up - scrive Pandora - significherebbe fraintendere il suo ruolo e sottovalutare la sua rilevanza culturale … il calendario Pirelli, nato per rendere omaggio a donne di fama mondiale, è diventato da tempo un potente motore del pensiero progressista".

Un architetto italiano - Massimiliano Fuksas - una volta dichiarò in un'intervista che, se la sua fonte di ispirazione si fosse limitata all'architettura, avrebbe trascorso il suo tempo a creare unicamente copie di edifici costruiti nel passato, anche se con materiali moderni.

Leonard Bernstein, dall'alto della sua straordinaria carriera di compositore, pianista e direttore d'orchestra, quando ad un concerto qualcuno applaudiva nel momento sbagliato (il peggior "reato" nel mondo della musica classica) non usava quell'atteggiamento snob che condanna la cultura a rinchiudersi entro i suoi confini elitari, ma esclamava: "finalmente in sala è entrata una persona nuova!".

Immaginiamo ora come sarebbe il mondo se l'approccio innovativo e aperto di Sykes e la curiosità interdisciplinare e culturale di Fuksas fossero regolarmente incoraggiati ricevendo la stessa calorosa accoglienza che Bernstein riservava ai suoi nuovi spettatori! La cultura non sarebbe più considerata fine a se stessa, ma una fonte inesauribile di opportunità ed esperienze che la nostra creatività può combinare e ricombinare per ricavarne idee di qualità e soluzioni innovative.

Approfondimenti:

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Sebbene possa non apparire contemporanea nell'aspetto, Roma è eternamente moderna. Questo risiede nella sua capacità di evolvere e rimanere rilevante, se non addirittura centrale, attraverso i secoli. Ancora oggi, nonostante la complessità e i tanti problemi, è un modello per il futuro. Una città che include all'interno dei suoi confini un mondo di stratificazioni storiche, geografiche, naturali e umanità. Un arcipelago di tante isole urbane circondate da verde. La sfida combinare transizione ecologica, riduzione delle disuguaglianze e innovazione tecnologica la proiettano ancora una volta al centro delle trasformazioni in corso.

La pensa così Stefano Boeri - architetto di fama mondiale e inventore del famoso bosco verticale a Milano - incaricato di coordinare il Laboratorio Roma 050 - Il futuro di una Metropoli-Mondo". L'iniziativa mira a creare uno spazio di discussione e dialogo sul futuro della città di Roma, aperto e inclusivo, con l'obiettivo di costruire una visione in grado di superare i limiti del modello tradizionale di metropoli contemporanea, per "inaugurare una nuova fase nello sviluppo della capitale".

La Città Eterna diventerà il luogo in cui l'archistar applicherà i principi espressi nel libro Urbania scritto durante la pausa forzata dalla pandemia. Un'opera che si sviluppa attraverso un caleidoscopio di letture, visioni e ricordi personali. In questo libro, l'autore immagina un pianeta attraversato da grandi corridoi della biodiversità, dove le foreste e le città trovano un nuovo equilibrio, mentre le metropoli si trasformano in arcipelaghi di quartieri autosufficienti.

L'opera di Boeri riflette su come il mondo potrebbe evolvere, accelerando tendenze già in atto. Durante il primo lockdown, l'autore ha avuto l'opportunità di rileggere e riflettere, non solo su libri, ma anche su episodi, incontri e immagini. *Urbania* è un invito a immaginare un futuro in cui la natura e l'urbanizzazione coesistono in armonia, creando un mondo nuovo e sostenibile.

L'autore esplora il concetto di "urbania", un termine che fonde le parole "urbano" e "utopia". Questo concetto rappresenta una visione ottimistica e ambiziosa di come le città potrebbero essere trasformate per affrontare le sfide ambientali e sociali. Boeri immagina un mondo in cui gli spazi urbani sono permeati da verde, biodiversità e sostenibilità. Le città non sono più solo centri di consumo e produzione, ma luoghi di vita, cultura e connessione con la natura.

Nel suo viaggio Boeri esplora diverse tematiche:

  1. Foreste Verticali: L'autore è noto per i suoi progetti di "foreste verticali", grattacieli che ospitano alberi e piante su ogni piano. Questi edifici verdi migliorano la qualità dell'aria, riducono l'inquinamento acustico e offrono spazi di vita più salubri per gli abitanti.
  2. Boschi Urbani: Boeri immagina città in cui i parchi e le aree verdi sono estesi e interconnessi, creando corridoi di biodiversità. Questi spazi verdi non solo migliorano la salute degli abitanti, ma fungono anche da habitat per piante e animali.
  3. Agricoltura Urbana: L'autore promuove l'agricoltura nelle città, sia su tetti che su terreni abbandonati. Coltivare cibo localmente riduce la dipendenza dalle importazioni e promuove uno stile di vita più sostenibile.
  4. Mobilità Sostenibile: Boeri immagina una rete di trasporti pubblici efficiente e accessibile, insieme a percorsi ciclabili e pedonali. Ridurre l'uso delle auto private contribuisce a ridurre l'inquinamento atmosferico e a migliorare la qualità della vita.
  5. Comunità Resilienti: L'autore sottolinea l'importanza di comunità solidali e resilienti. Le città dovrebbero essere luoghi in cui le persone si aiutano a vicenda e collaborano per affrontare le sfide.

In sintesi, Urbania e Laboratorio 050 esprimono una visione audace di come le Roma e le città potrebbero essere trasformate per affrontare le sfide del futuro. Boeri ci invita a immaginare un mondo in cui l'urbanizzazione e la natura coesistono in armonia, creando un ambiente più sostenibile e resiliente per le generazioni future.

Anche l'ONU ha discusso un argomento insolito ma innovativo: le città galleggianti e sostenibili. Questo concetto rivoluzionario è stato presentato come una possibile soluzione ai problemi ambientali che le aree urbane stanno affrontando, tra cui l'innalzamento del livello del mare e l'aumento delle disuguaglianze.

Le città del futuro dovranno essere progettate tenendo conto dei rischi legati ai cambiamenti climatici, come l'innalzamento del livello del mare e le tempeste. Le città galleggianti possono essere una delle soluzioni a nostra disposizione. Potrebbero anche rispondere alla crescente pressione demografica nelle aree urbane.

Uno dei progetti presentati di questo tipo è quello di Oceanix City sviluppato dal Bjarke Ingles Group (BIG) in collaborazione con il Center for Ocean Engineering del MIT, con il supporto dell'UN-Habitat's New Urban Agenda1. Queste strutture sono progettate per resistere ai più devastanti agenti climatici come tsunami, uragani e inondazioni.

Nel progetto di BIG, queste città galleggianti saranno formate da vari isolotti galleggianti di forma esagonale delle dimensioni di un ettaro. Su ogni isolotto potranno vivere circa 300 persone e 6 isole organizzate attorno ad un porto comune costituiranno un villaggio formato da circa 10.800 abitanti.

I principi alla base di Oceanix City includono:

  • Energia pulita e rinnovabile
  • Acqua fresca potabile rifornita grazie alle tecnologie più avanzate
  • "Plant-based Food" biologico auto prodotto
  • Modello di riciclo Zero-waste
  • Tecnologie per la rigenerazione dell'habitat

L'idea è quella di costruire le Oceanix City sulla terraferma per poi portarle al largo delle città costiere che rischiano di essere sommerse. Questi complessi, una volta immessi nell'Oceano, non saranno fermi ma potranno spostarsi galleggiando nelle acque libere.

La Blue Tech Company Oceanix, in collaborazione con lo studio di architetti danesi del Bjarke Ingles Group e con la Città di Busan in Corea del Sud, hanno progettato qualcosa di straordinariamente meraviglioso che vuole essere "la prima comunità galleggiante sostenibile e resiliente al mondo"

Sebbene possa non apparire contemporanea nell'aspetto, Roma è una città eternamente moderna. Questo risiede nella sua capacità di evolvere e rimanere rilevante, se non addirittura centrale, attraverso i secoli. Da buona capitale inoltre si completa e si collega strategicamente con le altre città italiane. Su tutte spicca Milano, che è il fulcro della contemporaneità del Bel Paese nonché uno dei principali hub internazionali per il sistema moda e design. La loro complementarità le porta a tessere relazioni che per quantità e qualità sono paragonabili a quelle di poche altre capitali globali.

Il risultato finale è una maison che dalla Città Eterna coltiva il sogno della Moda Senza Tempo; da Milano propone uno stile di vita contemporaneo; dall'Italia promuove una nuova e inclusiva visione del Mondo.

 
 
 
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COSMOPOLITA, uno Stile Inclusivo per Riscrivere il Futuro , è allo stesso tempo un libro e una introduzione a un'esperienza che va oltre la lettura del testo con la multimedialità dell'app VENUS Gallery e con una visita nella Città Eterna. Ecco perchè ci piace definirlo un Phygital Book: un libro fisico e digitale.

Non solo. COSMOPOLITA è il primo esperimento di un progetto editoriale cooperativo. L'obiettivo è quello di radunare una community di autori e costruire con loro una straordinaria Phygital Library attorno ai valori che caratterizzano la maison di Jamal Taslaq.

Se vuoi partecipare, non devi fare altro che:

  1. Pensare a un libro con dei contenuti originali sia in termini testuali che multimediali;
  2. Combinare tali contenuti con un'esperienza fisica da vivere di persona;
  3. Sottoporci la tua idea! Ti aiuteremo a svilupparla e a trarne beneficio economico.

Creiamo insieme una collezione di esperienze capaci di abbattere muri, costruire ponti e fondare comunità a tutti i livelli!

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